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Le riserve naturali gestite dal
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Oasi Faunistica di Vendicari

Denominazione
RNO Oasi Faunistica di Vendicari
Provincia
SR
Comuni
Noto
Estensione zona A - zona B
1335,62 Ha di cui 521,25 in zona A e 714,37 in zona B
Riferimenti geografici
I.G.M. - F. 277 III N.O.; 277 III N.E.; 277 IV S.O.; 277 IV S.E.
Data Istituzione
D.A. 81 del 14/3/84 (l.r. 98/81 e l.r. 16/96)


 
Informazioni generali

Lo strepitoso "successo" ecologico di Vendicari è dovuto alla multiformità del suo habitat ripartito in diversi biotopi: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d'acqua dolce), saline, garighe e aree coltivate.
In ogni ambiente umido attecchiscono piante acquatiche e ripariali adattate alle condizioni di temperatura, salinità e profondità delle acque e variano anche le popolazioni di invertebrati e microvertebrati: in questo modo l'offerta di nutrimento per gli uccelli è estremamente eterogenea.
In differenti zone della riserva domina la gariga a timo arbustivo, a palma nana ed a spinaporci.
Nelle radure, in autunno, spiccano le fioriture azzurro-violacee della mandragora autunnale, pianta tossica impiegata per scopi officinali.
La costa rocciosa è invece il regno del finocchio di mare e dello statice siracusano, mentre quella sabbiosa varia in base alla distanza dalla linea di costa, per la vicinanza ai pantani e per la loro salinità.
Un aspetto della vegetazione a macchia è quello caratterizzato da mirto e lentisco (arbusti sempreverdi).
La vegetazione delle paludi, con alto grado di salinità, ospita la salicornia fruticosa che colora di rosso le rive e la salicornia glauca.
Il canneto nelle aree umide svolge un ruolo ecologico fondamentale perché consente la nidificazione agli uccelli palustri e dà rifugio a parecchi invertebrati e microvertebrati.
La fauna presente nella zona è ricchissima di uccelli e varia in base alle stagioni ed alla fisiologia degli animali stessi: in estate i pantani riducono molto la loro profondità per l’evaporazione e non offrono le stesse opportunità del periodo primaverile.
In giugno-luglio restano solo pochi migratori estivi che hanno perduto la stagione riproduttiva, come gli aironi cinerini e le garzette, grossi trampolieri che si appostano per catturare gli avannotti boccheggianti nelle pozze, un grosso stormo di gabbiani immaturi, quasi tutti reali e pochi gabbiani corsi.
 

Flora

L’efedra fragile, arbusto alto fino a 3 m ramosissimo, di forma generalmente emisferica, è costituito da rami cilindrici verdi e flessuosi, intrecciati fra loro, che si biforcano in 2, o in fascetti di 3-5.
I rami sono suddivisi in articoli alla base dei quali, protetti da foglioline (brattee), ci sono i fiori unisessuati di colore giallo (sui rami più esterni). Fiorisce in primavera e l’impollinazione avviene ad opera del vento. I frutti hanno colore rosso vivo e forma globosa, con due semi neri.
L’efedra fragile si trova solo in Sicilia, Sardegna e Calabria spesso insieme al ginepro coccolone, in un’associazione vegetale caratteristica delle dune costiere (Ephedro-Juniperetum macrocarpae). Resiste bene all’aridità, alla salinità ed alle insolazioni intense. È distribuita nella parte occidentale del bacino mediterraneo.
 

Fauna

La fauna presente nella zona è ricchissima di uccelli e varia in base alle stagioni ed alla fisiologia degli animali stessi: in estate i pantani riducono molto la loro profondità per l’evaporazione e non offrono le stesse opportunità del periodo primaverile. In giugno-luglio restano solo pochi migratori estivi.
A metà agosto è in pieno svolgimento la migrazione autunnale per cui è possibile avvistare molti ciconiformi, soprattutto aironi cinerini, garzette e le rare spatole che, fatto eccezionale, qui a Vendicari accorrono numerose e con grande regolarità.
Ai gabbiani rosei si uniscono i reali e i corsi, che rimarranno per tutto settembre. Le prime intense piogge rappresentano un momento importante perché segnano l’arrivo dei piccoli trampolieri, come gambecchi e piovanelli, di ritorno dalle aree di riproduzione in stormi numerosissimi molto ricchi in specie che si trattengono sino a tutto ottobre e, se l’inverno non sarà molto piovoso, qualche individuo si fermerà a svernare.
Alla fine di ottobre arrivano le varie specie d’anatra, mentre ai primi di novembre, giungono altre specie di gabbiano, come il comune e gli adulti di corallino provenienti dal Mediterraneo Orientale (i giovani svernano in Atlantico).
Nei mesi autunnali sarà possibile avvistare i bellissimi fenicotteri provenienti dalla Camargue francese, che qui fanno tappa durante la migrazione che li porterà a trascorrere l’inverno in Tunisia.
La gru, invece, è un raro visitatore. In dicembre, ad inverno avviato, vengono le folaghe, che però non sono regolari nella loro presenza e ancora oche, cigni reali, anatre di profondità e di superficie, soprattutto volpoche, che qui a Vendicari rappresentano la maggiore popolazione svernante d’Italia. Sono anatre grosse, nere e bianche, che sono state scelte come simbolo della riserva. In inverno si possono osservare anche grossi gruppi di gabbiano zafferano.
Qui svernano regolarmente anche l’upupa e il pettazzurro che, di norma, trascorrono l’inverno in Africa. Sul mare, in questo periodo, le sule pescano a pochi metri dalla costa e gli stercorari intorno all’isola. Sverna qui anche l’occhione, trampoliere di dimensioni medio-grandi in rapido declino in Europa.
Dall’inizio di febbraio inizia la migrazione degli svernanti, che risalgono verso le zone di nidificazione e la palude vedrà mutare rapidamente il suo aspetto a causa delle ondate migratorie. A fine marzo e per tutto aprile ci sarà il massimo della varietà: tra i limicoli (trampolieri di dimensioni piccole e medie dal lungo becco sottile, specializzato a frugare alla ricerca di cibo nelle sabbie e nei fanghi palustri) si distingue il cavaliere d’Italia.
Tra le presenze più curiose figura il mignattaio, un ibis dagli splendidi riflessi color porpora che è l’animale simbolo della Riserva del Biviere di Gela, altra area Ramsar siciliana in provincia di Caltanissetta.
Nello stesso tempo sulle dune e nelle campagne circostanti passano gruppi di decine di tortore, coloratissimi rigogoli, cuculi e upupe. I cespugli e gli alberi della macchia ospitano i passeriformi di ritorno dall’Africa.
Per tutta la prima metà di maggio domineranno i piccoli trampolieri: la loro presenza dipenderà dal livello dell’acqua. La nidificazione a Vendicari è meno significativa rispetto ai Pantani della Sicilia Sud-orientale che, a 20 km di distanza, presentano un livello dell’acqua e un salicornieto con condizioni più idonee alle esigenze del cavaliere d’Italia. A Vendicari nidificano il fratino, le gallinelle d’acqua, i porciglioni, le cannaiole, e qualche esemplare di tuffetto.
 

La Storia, Il Paesaggio e l'Uomo

Luogo ideale d’approdo, per la posizione geografica, al centro del Mediterraneo, il clima mite e l’amenità del sito, questa terra fu visitata ed abitata da varie popolazioni che, nel tempo, ne andavano trasformando l’ambiente, adattandolo alle proprie esigenze e lasciando tracce del loro passaggio.
Oggi, è un oasi ambientale d’importanza internazionale, in cui si trovano luoghi di culto, catacombe e necropoli coperti dalla vegetazione.
Se nel sito di Cittadella (così si chiama una zona dell’oasi) mancano reperti dell’epoca classica, non è lo stesso per il complesso edilizio di S. Lorenzo, dove si è scoperta la cella di un tempio greco, o per la zona della Balata di Vendicari (una spianata rocciosa che fungeva da banchina per l’attracco delle navi): molti elementi, simili a quelli dei monumenti greci, costituiscono la struttura muraria del porto.
Nello stesso “perimetro” della balata si trovano costruzioni seminterrate, dentro le quali sono stati rinvenuti anche “cocci” di anfore greche a vernice nera e vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli. P
iù numerosi sono i resti del periodo bizantino, scoperti e studiati da Paolo Orsi: chiesette, catacombe, abitazioni e necropoli. Ben visibile e in condizioni accettabili è la Torre Sveva che secondo il Fazello fu costruita da Pietro d’Aragona, fratello del re di Spagna e Sicilia (1416-1458); altri storici la ritengono di epoca antecedente perché ne sottolineano la funzione di difesa delle popolazioni locali e del mercato granario del porto di Vendicari. La tonnara è un altro edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera. fu Costruita nel Settecento. Smise definitivamente la sua attività nel 1943.
Le saline a Vendicari ebbero importanza economica per lungo tempo. I primi impianti risalgono al ‘400 e tutt’oggi ne restano vestigia facilmente avvistabili sul Pantano Grande. Nel ‘700 le saline erano sicuramente funzionanti a supporto della tonnara per la conservazione del pesce.
 

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