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Itinerari turistici artistici e culturali

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Le riserve naturali gestite dal
Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali

Cavagrande del Cassibile

Denominazione
RNO Cavagrande del Cassibile
Provincia
SR
Comuni
Avola, Noto, Siracusa
Estensione zona A - zona B
1059,62 Ha di cui 751,69 in zona A e 307,93 in zona B
Riferimenti geografici
I.G.M. - F. 277 IV N.E.
Data Istituzione
D.A. 649 del 13/7/90 (l.r. 98/81 e l.r. 16/96)


 
Informazioni generali

La riserva ricade nei territori di Noto, Avola e Siracusa. Per quanto riguarda Noto tutte le informazioni turistiche sono indicate nella scheda annessa ai Pantani di Vendicari.
Partendo da Siracusa, imboccare la SS 115 in direzione Avola e da qui seguire la segnaletica per Avola Antica: a circa un Km da questo sito si raggiungerà un belvedere da cui si diparte un ripido, ma comodo sentiero che in mezz’ora consente di raggiungere il fondo del canyon.

Cavagrande del Cassibile: l’eden dei platani orientali

Sulle rive del fiume per alcune decine di metri vi potrete immergere nella frescura del bosco ripariale, dove salici pedicellati, pioppi bianchi e neri, tamerici comuni e frassini meridionali sono i naturali compagni dei magnifici platani orientali, i cui esemplari più vetusti hanno tronchi dal diametro di circa un metro e mezzo.
Ci sono punti del fiume in cui questo tipo di vegetazione va a formare una vera e propria galleria. Sulle sponde, gli oleandri dalle fioriture vivaci spiccano col fogliame verde sul biancore della roccia calcarea. Questo è il regno del sempre più raro granchio di fiume, della biscia dal collare e dell’anguilla.
Nelle pozze più limpide l’esile zanichellia, dai fusticini sottili, appare in popolamenti puri completamente sommersi. Qui vive la trota macrostigma, ma anche l’usignolo di fiume, il martin pescatore, la gallinella d’acqua e il piro piro piccolo. Nel sottobosco ripariale sarà facile incontrare l’equiseto massimo, la falsa ortica, la melissa e la consolida.
Il fiume si snoda assumendo aspetti variegati, slargandosi in pozze, in veri e propri laghetti, formando a tratti anche aree più aperte dove attecchisce la vegetazione palustre formata da giunco nodoso, zigolo comune, garofanino minore, lisca lacustre e menta selvatica. Qui trovano riparo molti piccoli animali come anfibi e insetti, o uccellini fluviali. Ma non esiste solo il bosco ripariale.
Nei tratti più scoscesi della Cava resistono gli ultimi lembi di lecceta non intaccata dall’uomo, resti di macchia dove ancora si insediano i sempreverdi lentischi ed i terebinti, gli sferici cuscinetti di euforbia arborea, la palma nana, l’olivastro, l’ilatro e la ginestrella. Agglomerato di abitazioni rupestri: su una rientranza della parete del versante nord. Abitazioni scavate nella roccia su sei livelli paralleli: versante sud.
Sito archeologico del Cassibile: necropoli sita sul versante nord-est.
Marmitte fluviali: lungo il corso del fiume. Platani orientali: boschi ripariali lungo il fiume. Immaginate che una punta del continente africano emerga dal mare e che da un nucleo vulcanico, apertosi sul suo versante orientale (il Monte Lauro), diversi corsi d’acqua scavino il loro letto sulla tenera superficie calcarea, incassandosi fra le rocce formando gole e anfratti, cavità e laghetti… Immaginate che uno di questi abbia la sua sorgente nell’area di Palazzolo Acreide e prenda il nome di Manghisi-Cassibile…
Immaginate che scavi il suo canyon per circa 10 km fino a 250 m di profondità dando origine ad un fiume dal letto a gradinata, caratterizzato da laghetti e “marmitte” formatesi a causa del vorticare di acque e detriti … Immaginate di vedere dall’alto il fiume che si snoda con le sue pozze e i suoi laghetti, assumendo colorazioni dal trasparente al verde cupo e che per raggiungerlo dobbiate percorrere una stradella che procede a zigzag per mitigare la pendenza ripida… Immaginate alla fine del percorso di essere arrivati in paradiso. Non era immaginazione.
Non esistono probabilmente altri paesaggi fluviali come questo in Sicilia! All’eden dovettero pensare le popolazioni sicule che qui vennero a rifugiarsi, per sfuggire ai dominatori che li incalzavano. Cava Grande del Cassibile, al pari di Pantalica cui è territorialmente vicina, conserva tesori archeologici di grandissimo valore, che testimoniano l’avvicendarsi di popolazioni dalla preistoria sino all’epoca bizantina.
La suggestione dell’ambiente naturale si fonde col mistero degli antichi oratori e delle necropoli scavate nella roccia i cui reperti sono conservati presso il museo regionale “Paolo Orsi” a Siracusa.
Questa riserva è sicuramente un paradiso anche per appassionati fotografi e per chi pratica trekking.
Avola Distrutta completamente dal terremoto del 1693, Avola venne ricostruita due anni dopo dal Duca di Terranova, che le volle dare lo schema delle città ideali rinascimentali.
La sua pianta è esagonale con una grande piazza centrale, dalla quale si dipartono strade che conducono alle quattro piazze periferiche.
Molti i lussuosi palazzi del ‘700 e i monumenti sacri coevi: tra questi la chiesa Madre, preceduta da un ampio sagrato sopraelevato, il cui portale in rame rappresenta uno dei numerosi addobbi. Famosa in tutto il mondo per gli agrumi e le mandorle, agli inizi del XX sec. ebbe un impulso economico che le permise di svilupparsi: ne danno testimonianza le fastose emergenze liberty dalle splendide decorazioni floreali.

MUSEI E CENTRI VISITA
• Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, Villa Landolina, viale Teocrito, n. 66, Siracusa tel. 0931.464022 - Chiuso il lunedì. Visite: domeniche e festivi ore 9:00-13:00; feriali ore 09:00-13:00 e 15:00-17:00.
INFORMAZIONI
• Pro loco di Avola, via San Francesco d’Assisi n. 48, tel. 0931.834270 e 812170.
• Azienda di Soggiorno di Siracusa, via Maestranza n. 33, tel. 0931.65201 e 464255.
• Ufficio Provinciale Azienda (U.P.A.) di Siracusa, via S. Giovanni alle catacombe n. 7 tel. 0931.462452.
• Distaccamento forestale di Noto (SR) tel. 0931.758567.
 

Flora

Il platano orientale
E’ un albero a foglie caduche che vive nell’Europa sud-orientale e in Asia occidentale.
Nelle cave carsiche del siracusano assume un valore ecologico particolarmente importante perché rappresenta l’estremo confine occidentale del suo areale di distribuzione; come a dire che, più ad ovest di questo territorio, non ci sono più platani orientali allo stato spontaneo.
In questa zona sono presenti anche individui secolari di dimensioni notevoli. Questi alberi hanno fiori a sessi separati, situati in dense infiorescenze globose raggruppate a 3/4 su tutto il peduncolo, e impollinati dal vento che ne disperde anche i frutti: acheni (piccoli semi) alla cui base si trova una corona di peli rigidi che ne facilita la dispersione. I frutti sono riuniti in infruttescenze globose che permangono a lungo sulla pianta. Il tronco è massiccio e la corteccia, biancastra, è divisa in placche.
Questi alberi sono spesso attaccati dal “cancro colorato”, per il quale la Forestale è costretta ad operare una continua attività di prevenzione e di cura. E’ una malattia provocata da un fungo parassita che nelle situazioni più gravi porta alla morte della pianta.
I platani delle alberature stradali sono in genere ibridi della specie orientale con l’occidentale (che è nordamericana). Tutti i platani presentano foglie palmato-lobate, ma quelle della specie orientale si differenziano per essere profondamente incise.
 

Fauna

È nella boscaglia a macchia che vive l’occhiocotto, uccellino tipico della macchia mediterranea. Sui cieli della vallata del Cassibile si può avvistare il falco pellegrino, o ammirare la tecnica di caccia del gheppio mentre, sospeso in aria ad ali aperte, fa lo “Spirito Santo”, o la silhouette del falco lanario.
Qui vivono il codibugnolo di Sicilia, la rara coturnice di Sicilia, che saetta velocissima tra le pareti scoscese del canyon, l’upupa che qui nidifica e tanti altri uccelli avvistabili con un buon binocolo. I mammiferi, spesso notturni, e comunque più elusivi, che popolano queste zone, sono rappresentati dal diffidente gatto selvatico, la voracissima martora, l’istrice, le diverse specie di colubri (serpenti) come il coloratissimo leopardino, il liscio e quello di Esculapio.
Ma anche da piccoli abitatori dei boschi come il ghiro, il topo quercino, le donnole, il riccio, la lepre appenninica ed il coniglio selvatico. Sui fianchi della vallata, disboscati nel corso dei secoli, domina la prateria ad ampelodesma (la cosiddetta disa, anticamente usata per lavori artigianali), luogo di insediamento di piccoli vertebrati (rettili e uccelli) e di insetti.
Chi è appassionato di botanica avrà ben quattrocento specie vegetali da osservare, di cui tre rare come la salvia triloba, il salvione giallo e la ferula nodosa, e almeno ventiquattro specie diverse di orchidee. Il granchio di fiume Un tempo molto diffuso in Sicilia, è un artropode legato agli ambienti d’acqua dolce. Nella nostra isola è a rischio d’estinzione a causa di una gestione scriteriata dei corsi d’acqua.
Inquinamento, captazioni idriche selvagge e interventi di sistemazione idraulica, spesso volti alla deviazione o alla cementificazione del letto torrentizio, hanno profondamente alterato la qualità dell’ambiente portando alla riduzione numerica degli individui di questa delicata specie animale.
Il suo aspetto è molto simile a quello dei granchi che vivono sulle coste rocciose marine. Si nutre di invertebrati e, probabilmente, attacca anche gli anfibi cui trancia gli arti con le sue forti chele: alla riserva dello Zingaro, ad esempio, sono stati ritrovati discoglossi (anfibi molto simili a rane) con vistose amputazioni. Si muove sui margini della riva, tra i sassi, in prossimità della tana cui fa la guardia.
 

La Storia, Il Paesaggio e l'Uomo

Una delle più spettacolari “cave” che si sono formate sul tavolato ibleo, a causa dello scorrimento dei corsi d’acqua, è il grande canyon di Cava Grande del Cassibile, il Kakyparis dei Greci, alla foce del quale il capitano Demostene con 6.000 Ateniesi dovette arrendersi a Siracusa, nel 413 a.C..
Questo ambiente possiede connotazioni morfologico-paesaggistiche di eccezionale interesse. Sul versante nord della gola è possibile osservare un piccolo agglomerato di abitazioni rupestri, ubicato dentro una grande rientranza naturale, molto simile a quelli costruiti da alcune tribù Pellerossa in America.
Nella zona sud si trova un complesso sistema di abitazioni, scavate nella roccia, disposte una accanto all’altra su sei diversi livelli paralleli, collegati tra loro da un sistema di cunicoli e gallerie.
Ai margini della riserva, a nord-est, sorgono varie necropoli antiche, nelle quali sono stati trovati ricchi corredi tombali e materiale ceramico, che è il prodotto più originale del sito archeologico di Cassibile: la sua peculiare decorazione, detta piumata o marmorizzata, si ritrova nell’ambito della cultura Ausonia, presente nelle isole Eolie e nella Sicilia orientale intorno al 1.000 a.C., periodo in cui si sviluppò quella locale.
Un altro aspetto specifico di questa cultura è la nota spilla utilizzata per l’abbigliamento: fibula del Cassibile con arco a gomito. I due elementi (ceramica e fibula) rappresentano gli aspetti originali della cultura di questi luoghi che mostra influenze continentali, mutuate dai dintorni e assimilate ai propri usi, dando vita a quella civiltà che caratterizza l’ultimo periodo della protostoria di Sicilia.
 

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