FATTORI BIOTICI (fauna e flora)
SUGHERA
Quercus suber,
Suvara
Famiglia Fagaceae
Pur essendo assai simile al leccio per foglie, fiori e frutti, il riconoscimento della specie è facilitata negli adulti per la presenza di sughero lungo il tronco e i ~ rami principali. Il sughero è un ispessimento della corteccia di sostanze ignifughe (incenerisce ma non brucia) volte a proteggere gli alberi dai frequenti incendi che scoppiano nelle zone in cui vive. La sughera vive in zone calde costiere (dal livello del mare fino a 700 m) su terreni sciolti, acidi e silicei. In Italia è l'albero tipico della Sardegna. In Sicilia le coltivazioni sono state abbandonate; la sughereta di Niscemi e il bosco di Santo Pietro, pur essendo le sugherete più estese della Sicilia, versano in gravi condizioni. Il sughero che la pianta produce spontaneamente viene ancora raccolto ma nessuna pratica colturale viene riservata alla sughereta, il che la espone ad un rapido invecchiamento e
a numerose fitopatologie. Stessa sorte è toccata alle sugherete siracusane, ubicate lungo i suoli vulcanici di Villasmundo, Buccheri e Sortino.
Pure o miste, le sugherete devo no avere più di 25 unità per ettaro. La prima raccolta di sughero (de maschiatura) serve a ingentilire la pianta e non fornisce un prodotto di qualità; per legge può avvenire solo quando il fusto raggiunge una circonferenza di cm 60 a 1,3 m dal colletto e comunque non prima dei 9 anni di vita. Quando la scorza viene tolta il fusto mostra un caratteristico colore rosso-rugginoso. Tra una raccolta e l'altra bisogna rispettare un intervallo di 7-9 anni. Le successive decortiche vanno arrestate laddove la circonferenza del fusto o dei rami raggiunge i 45 cm. Prima della commercializzazione il sughero va bagnato fino a fargli aumentare il volume di 10 volte. Sugli Iblei la domanda maggiore di sughero proveniva dai pescatori ( galleggianti per reti e dai produttori di vino (tappi e turaccioli).
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