È STATO SCRITTO SU PANTELLERIA


La geologia, la fauna, la flora, la pirateria imperversante, le produzioni agricole esclusive, le costruzioni e quant'altro contraddistingue questo territorio sono le cose che hanno fatto scrivere fiumi di inchiostri e la denominazione di "Perla nera del Mediterraneo" sta anche ad indicare una sorta di terra paradisiaca, una terra fuori dal mondo, una terra diversa, un'area che nella sua insularità si può considerare un piccolo continente, un'area insomma che potrebbe essere considerate anche patrimonio della collettività.

`L'isola di Pantelleria ...fronteggia da una parte Nabul di Tunisia e dall'altra il litorale tra Sciacca e Mazara, equidistando da quella costa e da quella una giornata di navigazione. È un'isola fertile, dotata di pozzi, pascoli ed ulivi, abbonda di capre passate dallo stato domestico a quello selvatico. Nella parte meridionale si trova un porto sicuro asilo per le navi che si riparano da parecchi venti. "Ibn Idris, XII secolo


Se nel mezzo del passaggio vi fusse un'isola in cui per le varie occorrenze della navigazione potessero i legni approdarvi e starvi sicuri, è cosa certa che una tale situazione sarebbe d'inesplicabile vantaggio all'Isola ed al Sovrano che la possedesse e lo sarebbe via maggiormente se la medesima fusse fertile e di più producesse abitatori molto industriosi travagliatori, sofferenti spiritosi, di buona indole e della più desiderabile riuscita in terra ed in mare m pace ed in guerra.
Ma egli è ché un'isola in situazione cotanto vantaggiosa vi ha ed esiste... "
Carlo Antonio Broggia, 1757


"... È talmente sassosa e alpestre che per ridursi a coltura vi hanno, si può dire, sudato sangue què poveri abitatori.
Egli è uno stupore vedere a' monti ed alle scoscese colline tolto il loro declivio ed alpestre e per mezzo come sarebbe di tanti gradi formati e resi stabili con ritegni e trinciere di pietre scavate in abbondanza dal medesimo sassoso terreno, resi i poderi in piano e sentirsi così dalla pioggia, che si ferma tanto che produchi gli effetti delle sue beneficienze...
Far giusto di vedere quello che ne dicono i viaggiatori della Cina dove nel consimile modo le montagne son ridotte in pianura ". Carlo Antonio Broggia, 1757


È davvero un peccato che una navigazione pericolosa e il timore dei barbareschi rendano il viaggio difficile. Questi scomodi vicini, giustamente temuti, navigano incessantemente attorno a queste coste scoscese, si nascondono nelle piccole rade e nei ripari forniti dalle caverne per piombare sulla preda più facile che si presenta loro. Benché mi interessasse moltissimo visitare quest'isola e studiarne i fenomeni naturali, non ho osato affrontare la navigazione nell'ultimo viaggio che ho compiuto in Sicilia. Gli ostacoli che hanno dissuaso me, la sottraranno ancora per molto tempo agli sguardi dei viaggiatori ed alle ricerche degli scienziati ".
Déodat De Dolomieu,1783


"Nella contrada Serraglia ergesi il colle Favata... montandolo si ode un gran mormorio o fragore come di acqua che precipiti dall'alto, ed uscendo un fumo densissimo dalle varie scissure delle rupi ed attaccandosi alle foglie degli alberi, convertesi in acqua, che mancando comunemente di calore serve ad estinguere la sete e ad altri usi".
William Henry Smith, 1824


"Vicino punta Sataria ci sono alcune grotte chiamate Stufe, sulla cui efficacia, nella cura di varie malattie, i locali hanno assoluta fede. In questi singolari recessi mi ritrovo in uno stato di abbondante sudorazione senza provare il solito languore ... e se ne avessi bisogno certamente queste stufe a tutte quelle che ho visitato. Ma credo siano troppo lontane dai richiami della moda per la maggior parte dei pazienti inglesi che con tanta riluttanza abbandonano le comodità.
William Henry Smith, 1824


Nel mezzo dell'isola ... vi ha un luogo detto Bagno che giace nella coppa di un antico cratere: le sue acque sono tepide, egli abitanti se ne servono per lavare i lor panni lini. Vi si vede alcuna volta una specie di ribollimento. Esso non ha niun pesce e nell'inverno è coverto di uccelli.
Rosario Gregorio, 1845


A motivo dello sboscamento ... si è sensibilmente sofferta la perdita del legname adatto pe la costruzione delle barche, delle tavole per uso di fabbriche, per costruzioni di botti e barili, per ossatura di aratri, di centimoli, di trappeti e di somiglianti costruzioni; inoltre gli abitanti sono privi di fascine per uso di farne la calcitazione e dell'ubertoso ricolto delle ghiande che sommistrano ottimo alimento agli animali e che pria dello sboscamento era così abbondante che l'asportavano per la prossima popolosa malta.
Pietro Calcara, 1854

"Le scorrerie erano frequenti e i nostri nonni e padri ce ne narrano alcune. Una volta una nave con bandiera napoletana venne alla rada, e molti isolani si recarono a bordo per visitarla; allora quella fece vela e se li portò schiavi. Un'altra volta dei turchi assalirono un'abitazione nella campagna Dakalè e ne portarono via il padrone... Raccontano in proposito che avesse un servo a nome Angelo e che gridasse pertanto: "Angelo mio, aiutami tu" perché quegli corresse nel vicino paese a dame avviso alla forza pubblica o regia che venisse a salvarli... però la soldatesca non fece in tempo a liberarli, malgrado il prigioniero s'indugiasse per la via e conducesse i corsari per istrade tortuose. Più frequenti ancora erano le predazioni in mare contro le piccole barche di allora, che pur solevano andare ben armate; e i marinai e i passeggieri, prima della partenza facevano testamento o si congedavano dalle famiglie come se andassero in guerra od a morte, ed il loro felice ritorno era addirittura una festa. "
Pietro Brignone Boccanera, 1908

"le imponenti masse di lava e di riolite colate dal Gheli kamar hanno dato alla regione un'impronta delle più strane e pittoresche si possa immaginare: un vasto campo di nere rocce vulcaniche infrante ed affastellate, che qui assumono l'aspetto di nere spugne, là di masse vitree sale verso il monte interrotto da piccoli piani, da macerie e da macchie di fichi d'India. Il luogo è aspro quanto mai ed il viaggiatore, che lasci gli scarsi sentieri che solcano le Cimelie, corre rischio di perdersi in quel labirinto di cumuli ed avvallamenti, che tolgono, a tratti, la vista e la lena. Eppure in mezzo a questa ruina infernale prodotta da un eruzione, che si adagiò sulle rocce di sollevamento antichissimo, il lavoro lungo e paziente dell'industre agricoltore pantesco ha saputo aprire delle piccole oasi ".
Paolo Orsi, 1899

Evvi un arbuscello rassomigliante al Nerte, dai Mori detto Vero e dai Siciliani Stinco (Lentisco), il quale produce un picciolo frutto tondo che, acerbo, è rosso, poi, sendo maturo, si fa nero; e di quello gli Insulani che molto poveri sono ne fanno olio, del quale sì nelle lucerne come nel mangiare si servono; anche le donne di questo olio dopo l'essersi lavate la testa, li capegli se ne ongono per farli crescere e più belli.
Nicolò de Nicolai, 1577

`Nella costa del mezzogiorno dell'isola e sulle rupe aridi cresce spontaneo il capparo del quale i poveri raccolgono i bottoni nel mese di luglio e di agosto pria della fioritura e li vendono ad una classe di persone che dopo di averli diviso secondo la grossezza li premono in salamoia ed in aceto e poscia li mettono in commercio. Sono particolari i cappari piccoli senza peduncolo che per loro qualità li vendono a caro prezzo.
Pietro Calcara, 1854

"Il terreno ... è atto a produrre ogni cosa di squisita qualità. Orgio, legumi, vino, frutti, seccamenti, bombace, mele cera. Abonda ancora di bovi, di capre e di porci, introdotti quest'ultimi da 20 anni in qua... Abbonderebbe anche di pecore se fosse da per tutta abitata. Abbonda di formaggio caprino e vaccino atto ad un modo così detto salato e senza cottura. Il latte di questi armenti per essere di grande sostanza e di squisito sapore produce delle ricotte che sono a comune sentimento le migliori.
Carlo Antonio Broggia, 1757

"Sparsi in una regione quasi impraticabile, eretti non su elevazioni ma in genere nelle bassure formate dalle correnti laviche, i Sesi diedero un carattere di santità alla fantastica plaga che occuparono, plaga appartata, circondata dal fascino di una natura imponente e terrorifica, che doveva colpire anche quei rozzi selvaggi, non meno che dalla maestà della morie—.
Paolo Orsi, 1899

`la lava, che c'è ovunque, appare domata, riassorbita, triturata, rientra nel mosaico dei muretti, materia le cose; il paesaggio è umano e la furia del vulcano è passata per sempre... Su questo aspetto infernale il sudore di millenni, il lavoro tenace e ossessivo... si è fissato con un'opera di giardinaggio più che di agricoltura, in cui l'iterazione di uno stesso motivo, il cespuglio basso della vite e dei capperi, non ingenera mai noia o sazietà, ma diviene l'espressione più elementare e schietta e semplice e georgica di una natura umanizzata. Niente è più sereno e raccolto di queste lenti pendici corse da muretti...
Che cosa è costata di sudore e d'amore questa campagna".
Cesare Brandi, 1970


`l'anziano Tomasz andò a trovare il ragazzo e lo prese a braccetto. - Bene, Chawhwer Minore, è un giorno meraviglioso per te e per tutti noi. Non ho esagerato, il tuo piatto è veramente il migliore che abbia mai assaggiato. Eppure mi lascia perplesso ed incuriosito. Ho riconosciuto tutti gli ingredienti; ma non riesco ad immaginare come la loro combinazione possa dare un sapore così speciale. Sei disposto a rilevarmi il segreto?
- Non c'è problema. Anziano, te lo dirò volentieri... L'idea di questo piatto mi è venuta su uno degli Altri Mondi, Kapper. L'ho chiamato "capperi" in suo onore. Ho usato ingredienti normalissimi, accuratamente mescolati, tranne uno. Avete riconosciuto il profumo del forte aroma dei giardini?"
Isaac Asimov, 1976

Stavamo passando l'estate nell'isola di Pantelleria, all'estremo sud della Sicilia, e non credo che esista al mondo un luogo più consono per pensare alla Luna.
Ricordo come in un sogno le pianure interminabili di roccia vulcanica, il mare immobile, la casa dipinta a calce fin negli scalini, dalle cui finestre si vedevano nella notte senza vento i fasci luminosi dei fari dell'Africa. Esplorando i fondali addormentati intorno all'isola, avevamo scoperto una fila di siluri gialli li incagliati dall'ultima guerra; avevamo recuperato un'anfora con ghirlande pietrificate che dentro aveva ancora i residui di un vino immemore corroso dagli anni, e avevamo fatto il bagno in una gora fumante le cui acque erano così dense che si poteva quasi camminarvi sopra. Io pensavo con una certa nostalgia premonitrice che tosi doveva essere la Luna. Ma lo sbarco di Armstrong aumentò il mio orgoglio patriottico: Pantelleria era meglio.
Gabriel Garcia Marquez, 1980

Quanto ci sarebbe ancora da dire su Pantelleria: e la limpidezza incredibile dell'acqua, che è come bagnarsi nell'aria liquida; e la dolcezza delle sere in cui veramente il cielo avvolge da tutte le parti. Le cene all'aperto a Gadir con quel pesto rosso, che è la specialità di Pantelleria, e seppure è una specialità recente, visto che è fatto col pomodoro, quasi quasi, tanto è rude e autentico, si penserebbe neolitico come i sesi.
Cesare Brandi, 1970
 

 

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