L'ESPLORAZIONE FAUNISTICA DI PANTELLERIA


L'Isola di Pantelleria si è autocostruita nel corso di parecchi episodi vulcanici e tutt'ora presenta un vulcanismo attivo di grande interesse scientifico. Abitata fin da 5.000 anni fa, i Sesi sono interessanti testimonianze di una colonizzazione protostorica da parte dell'uomo. È la più verde delle isole del Canale di Sicilia, quella in cui la vegetazione è stata meglio conservata nonostante l'opera plurisecolare dell'uomo ne abbia mutato l'aspetto selvaggio originario mettendo a coltura le aree pianeggianti ed alcuni pendii, modellati attraverso migliaia di terrazzamenti. Resta tuttavia una bella macchia mediterranea ed una pineta autoctona di Pino marittimo che ricoprono la Montagna Grande e vari lembi costieri. I fianchi delle colline, gli avvallamenti ed i tratti pianeggianti, caratterizzati da un suolo fertilissimo, sono sfruttati per le colture agricole (vite, cappero, ulivo, cereali ed ortaggi).
L'esplorazione faunistica iniziò nella primavera del 1874 ad opera di Pietro Doderlein; l'anno dopo Enrico Ragusa, noto entomologo siciliano, per lunghi anni direttore e finanziatore della rivista Il Naturalista Siciliano, pubblicò un articolo sul Bollettino della Società entomologica italiana, nella cui introduzione scriveva: "Uno dei miei sogni era visitare Pantelleria, isola finora inesplorata dagli entomologi, ed ogni anno mi promettevo di andarvi; mi vi decisi in una delle mie ultime visite al museo modello, il museo civico di Genova, ove il sig marchese Giacomo Doria mi diceva che era sua intenzione di mandar persona ad esplorar l'isola dal punto di vista entomologico. Essere tanto vicino a quell'isola e vedere che altri dovesse in vece mia attuare un disegno da me per lo innanzi vagheggiato, (dirollofranco) m'ispirava tal gelosia e dispiacenza che mi vidi costretto a pregare il gentilissimo Marchese, di lasciarmene l'incarico, promettendogli che non avrei fatto passare molto tempo per questo viaggio, ed ottenni da lui promessa che non avrebbe colà mandato alcuno. . . ". Nella sua gita a Pantelleria raccolse 172 specie di insetti, tutte nuove per l'isola e cinque delle quali nuove anche per la scienza.
Molto probabilmente se Ragusa non avesse preso la decisione di visitare Pantelleria, il marchese Doria non avrebbe potuto mantenere la sua promessa. Infatti proprio nel 1875 iniziarono le crociere della motonave Violante, che imbarcava naturalisti del Museo civico di Storia Naturale di Genova; la spedizione approdò a Pantelleria il 27 settembre 1875, come scrive il Pavesi: "L'indomani, dopo qualche difficoltà a ricevere la pratica, discende il Fea e comincia a percorrere il paese e l'isola, continuando le sue raccolte. Era stato però preceduto di pochi mesi da un altro distinto entomologo, il sig E. Ragusa di Palermo, che ne diede un recentissimo ragguaglio e pubblicò l'elenco degli insetti presi da lui, con la descrizione di alcune specie nuove... Feafu alla Montagna Grande, al Mont'Elmo, visitò le Favare e le Serraglie, le ridenti vallate, andò al Bagno, cioè ad un lago ricco di carbonato potassico in cui mette una sorgente termale, ecc. ". Il Violante toccò Pantelleria ancora nel 1876, 1877 e 1879; sulla visita del 6 settembre 1877 riferisce Gestro (1880): "Una fermata in quest'isola vulcanica mi sorride. Essa non è stata esplorata entomologicamente che dal sig Enrico Ragusa, il quale ha pubblicato qualche anno fa un resoconto del suo viaggio con Cataloghi di insetti e descrizioni di specie nuove. Le nostre raccolte sono magre, stante alla stagione e alla brevissima sosta. La determinazione delle specie, che in questo momento non possono compiere, potrà in seguito contribuire alle nostre cognizioni sulla fauna dell'antica Cosira".
Per quanto riguarda l'ornitologia, a parte il cospicuo contributo da parte di Edgardo Moltoni (1957, 1973), vanno ricordati gli scritti di Steinbacher (1956, 1959), Foschi (1968) e Brucher e Lehmann (1975); di particolare interesse è stata la scoperta da parte di Moltoni (1971) dell'unica popolazione europea di Cinciarella algerina, e da parte di Foschi (1968) dell'unica popolazione italiana di Beccamoschino iberico. Lo studio dei Mammiferi è stato iniziato dai tedeschi Felten e Storch (1970) e da Budde ed i suoi collaboratori (1976), giungendo ad una buona conoscenza ai giorni nostri, anche grazie ai lavori di Longino Contoli e Maurizio Sarà.
Le ricerche più recenti si devono:
a) al Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, particolarmente grazie al coordinamento di Enrico Ratti, che ha effettuato tre campagne, cui hanno fatto seguito 12 contributi scientifici pubblicati dal Museo stesso;
b) a vari gruppi di ricerca italiani, universitari e museali, i cui risultati (relativi ai soli Artropodi) sono stati pubblicati nel 1995 in un volume di oltre 900 pagine de Il Naturalista Siciliano.
 

Bruno Massa
 

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