IL RIMBOSCHIMENTO E LA FLORA DI MONTE INICE

I primi lavori di conservazione del territorio di Monte Inici risalgono agli anni venti e ci sono testimonianze che i prigionieri austriaci abbiano "corretto" gli argini di "Vaddunicchio" costruendo briglie in pietra per frenare la furia delle acque.
Un altro intervento di forestazione risale al 1925 ad opera di un certo Andrea Macaluso di Petralia Sottana e del castellammarese Antonino Furco che reclutavano manovalanza locale pagando loro una diaria di lire 8,50 e tali lavori hanno interessato prevalentemente le specie quercine di contrada Tre Portelle e di contrada Macchie Nere, proseguendo sin oltre il 1927 ed intervenendo anche in contrada Fossa del Bue.
Dopo un lungo periodo di stasi, per gli interventi forestali sul Monte Inici bisogna aspettare il 1953 allorquando l'allora ispettorato Distrettuale delle Foreste istituì il primo cantiere forestale che realizzò un massiccio rimboschimento in contrada Vaccheria e poi a seguire nelle contrade Caprarello, Curtigghi, Fornazzo, Pizzo Sella, Teleffio, Costa Lunga e la zona di Madonna della Scala.
Le pendici del monte venivano gradonate e le piante forestali in voga allora, quali pini, eucalitti e cipressi furono impiantati a tutto spiano, intercalando occasionalmente piantine di frassino, roverella e leccio e tracciando al contempo una sentieristica sulle naturali curve di livello che, ancor oggi esistente, ci consente di raggiungere le diverse quote del Monte.
Si deve riconoscere che l'opera di rimboschimento ha formato una valida copertura arborea, tale da frenare i possibili fenomeni erosivi e le piante di contrada Fossa del Bue, sicuramente le più antiche, sono una validissima testimonianza di adattamento di una specie in un'area in cui la roccia affiorante non faceva certo presagire un successo forestale.
Nei rimboschimenti la scelta delle specie è un vero e proprio problema
e per gli operatori è difficile decidere per una o un'altra specie. Si dice che nella scelta si deve considerare la specie arborea presente nel territorio di intervento o nelle più prossime vicinanze; solo così si può avere un certo successo, forestalmente parlando.
Monte Inici, un territorio intensamente pascolato, non poteva essere ricostruito o ricostituito tutto d'un colpo, ma solo per gradi, da qui la scelta delle specie presenti ancor oggi che meglio di quelle quercine preparano il terreno a queste ultime destinate alla formazione del bosco definitivo. I pini sono specie che ben si adattano nei terreni dismessi dal pascolo e molto costipati e negli anni dopo l'impianto si è notata la comparsa naturale di cespugli, pur essi preparatori del terreno alle specie arboree che riteniamo debbano essere le specie definitive del bosco.
Prugnoli, biancospini, ginestre, rovi, ecc. contribuiscono all'affermazione ed alla permanenza di specie arboree più esigenti sicché si può dire che essi preparano alla ricostituzione del naturale manto boscoso verso cui si deve tendere.
Il coniferamento tante volte bistrattato ha dato e continua a dare risultati impensabili ed inimmaginabili ed il bosco che oggi possiamo ammirare ed assaporare non è un rimboschimento di second'ordine, ma un bosco vero che si sta evolvendo naturalmente.
Circa la cosiddetta "eucaliptizzazione" si possono nutrire tante e tante perplessità sulle scelte adottate, ma inquadrate nel tempo dell'impianto si giustificano da sole, perché il bosco di quei tempi era e doveva essere un bosco con finalità produttive, pertanto non c'è nulla da recriminare su quanto hanno fatto i nostri predecessori, ragionando oggi col cosiddetto "senno del poi". Nei lavori forestali purtroppo si commette spesso l'errore di impiantare una pianta sbagliata nel posto sbagliato, ma non è il caso di Monte Inici, in cui anche il cipresso o l'eucalipto ha assolto ad un proprio ruolo di pianta preparatrice.
Nelle aree fittamente popolate ad ampelodesma e nelle pietraie non si poteva certamente pensare di impiantare roverelle o altre specie quercine, per cui la scelta dei pini mediterranei, è stata una scelta idonea alla stazione, saggia e razionale.
Guardare la vegetazione spontanea di un territorio è la principale chiave di lettura per gli interventi di rimboschimento, senza peraltro trascurare le biocenosi relitte che ci devono servire da guida per studiare l'evoluzione vegetazionale possibile, verso cui dobbiamo guardare ed arrivare.
L'area di Monte Inici può essere inclusa nella fascia fitoclimatica del lauretum, sottozona calda, del Pavari, per cui la scelta dei pini mediterranei per gli impianti si può dire che sia stata una scelta oculata per il naturale insediamento delle specie quercine tipiche della fascia, congiuntamente alla presenza delle cosiddette sclerofille sempreverdi, tra cui possiamo ritrovare l'alloro, specie che in pochi, nel nostro Monte, si poteva pensare di incontrare.
Storicamente il rimboschimento di Monte Inici è stato eseguito con i fondi della ex Cassa per il Mezzogiorno, finanziati in base alla legge 3267 del 1923, sia per la difesa del suolo che per fini produttivi. Tali rimboschimenti nel tempo hanno mutato la loro originaria destinazione, specialmente la finalità produttiva e con tutte le perplessità del mondo forestale degli anni `80 si può affermare che nonostante allora si facesse rimboschimento esclusivamente con le piante disponibili in vivaio, per Monte Inici la scelta non è stata totalmente errata e che il fine di ricoprire di verde un'area prima nuda è state raggiunto. Sta ora ai forestali del terzo millennio dare l'indirizzo giusto al bosco perché possa perpetuarsi come tale e con le specie forestali giuste e definitive.
Al fine di descrivere per grandi linee gli aspetti vegetazionali del Monte Inici, per opportunità si è tentato di tracciare alcuni "Piani" allo scopo di includere ambiti altitudinali caratteristicamente omogenei corrispondenti a specifiche condizioni anche microclimatiche che da sole selezionano le specie floristiche e la loro distribuzione.
Tenuto conto che Monte Inici si diparte dal livello del mare sino a 1.064 metri di quota si è ritenuto distinguere i seguenti "Piani":
 

Piano basale litorale  da 0 a  50 metri s.l.m.
Piano litorale/costiero da 51 a  100 metri s.l.m.
Piano collinare da 101 a  300 metri s.l.m.
Piano submontano da 301 a  600 metri s.l.m.
Piano montano da 601 a 1.064 metri s.l.m.

Tale distinzione non ha pretese scientifiche ma solo descrittive dei diversi ambienti che compongono il nostro "Monte" e ci aiuta ad individuare le diverse specie floristiche che possono caratterizzare una determinata area ed una determinata contrada. Per ogni "Piano" si riportano, in elenco prettamente descrittivo e non scientifico, delle principali specie di flora, con specifica dei nomi volgari italiani, dei nomi scientifici, genere e specie, non entrando nel merito delle sottospecie e neanche della specifica dell'autore e/o degli autori che l'hanno descritta, e non ultimo anche dei nomi volgari siciliani, e più propriamente castellammaresi, dati alle diverse piante, distinguendo per ogni Piano le principali specie arboree, arbustive ed erbacee.

 

 

 
 

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