LE FORMAZIONI FORESTALI DI MONTE ALTESINA

Risultati e discussioni


Nel territorio studiato sono state individuate 12 unità cartografiche corrispondenti ad altrettante tipologie di vegetazione. Ben 11 di queste sono rappresentate da tipologie forestali all'interno delle quali sono stati effettuati i rilievi. Per ogni tipologia si riportano di seguito i risultati derivanti dall'elaborazione dei dati delle schede compilate durante l'esecuzione dei rilievi.

Tavola aree omogenee

Tipologie

Superfici
(HA)
N° aree
di saggio
Formazioni naturali di leccio (cop. 70-100%) 
Formazioni naturali di leccio (cop 40-70%J  Rimboschimenti di eucalitto (cop. 70-100%)  Rimboschimenti di eucalitto (cop.40-70%)  Rimboschimenti di eucalitto (cop. 10-40%)  Rimboschimenti di pino d'Aleppo 
Rimboschimenti di pino domestico
Formazioni miste (cop. 70-100%J
Formazioni miste (cop. 40-70%J 
Rimboschimenti giovani di pini, leccio e roverella  Formazioni arbustive di macchia
Aree prive di vegetazione forestale
Totale

59.35.34
6.41.86
17.59.77
9.84.91
10.72.91
6.22.55
4.20.43
31.42.54
6.38.38
7.62.11
62.40.75 2.40.74  224.62.28

4
1
2
1
1
2
1
4
1
1
3
0
21


Formazioni naturali di leccio

Questa categoria è stata scomposta in due tipologie, differenziate solo per la classe di copertura, ed in particolare una appartenente alla 2a classe (copertura 40-70%) e l'altra afferente alla 3a classe (copertura 70-100%).
Seppure nel loro interno si presentino diversi tipi strutturali, non è stata fatta nessuna distinzione a tal proposito, poiché la notevole variabilità riscontrata e la presenza di superfici omogenee inferiori alla superficie minima rilevabile, non hanno permesso una ulteriore stratificazione di queste tipologie. Tuttavia della variabilità strutturale si è tenuto conto, per quanto possibile, nella scelta delle aree di saggio.
Dal punto vista ecologico il lecceto rappresenta un biotopo di notevole interesse. naturalistico, visto soprattutto il carattere relittuale che hanno assunto i lecceti in Sicilia e viste anche le sue peculiari componenti biologiche ad esso legate (vegetale e faunistica).
Dal punto di vista selvicolturale il lecceto è stato interessato quasi sempre da utilizzazioni spesso irregolari, che gli hanno conferito la notevole variabilità strutturale. Al suo interno infatti è possibile riscontrare strutture tipiche dei cedui semplici, composti e matricinati e, ancora, di fustaie disetanee e coetanee.
Laddove le utilizzazioni non sono state mai effettuate (soprattutto in corrispondenza dei costoni rocciosi scoscesi) la vegetazione a leccio si presenta piuttosto fitta e manifesta aspetti di macchia alta e bassa.
Nello strato arboreo Quercus ilex conferisce la fisionomia tipica alla formazione. Insieme a questa si accompagnano, talvolta in maniera molto sporadica, due querce caducifoglie del ciclo della roverella ovvero Quercus virgiliana e Quercus dalechampii che si rinvengono con più frequenza nelle zone più degradate e aperte. Ancora più sporadica è la presenza di esemplari di Eucalyptus camaldulensis, di origine artificiale, il cui carattere di sporadicità si attenua nella tipologia a copertura minore e nelle zone di contatto con i rimboschimenti artificiali.
La copertura dello strato arboreo, nella tipologia della 3a classe di copertura, si mantiene sempre su livelli piuttosto alti, con delle percentuali comprese tra il 75% ed il 100%, mentre nell'altra oscilla intorno a valori del 50%, l'altezza media in ambo i casi oscilla intorno a 6-7 m., con punte di circa 9 metri.
Lo strato arbustivo è più o meno sviluppato in relazione alla copertura arborea; raramente supera il metro di altezza (basso arbustivo) ed è costituito da alcune specie, tra le quali Ruscus aculeatus assume i valori più abbondanti di copertura, (in media 30- 40% della superficie del rilievo). Meno abbondanti ma piuttosto frequenti sono Asparagus acutifolius, Rubus ulmifolius, Rosa sempervirens e Prunuspinosa, quest'ultima localizzata soprattutto nelle esposizioni di Sud ed Est. Pyrus amygdaliformis è poco frequente, costituendo, invece, insieme a Prunus spinosa vasti arbusteti ai margini delle formazioni boschive ("mantello"). Lo strato erbaceo ha bassi valori di copertura, che raggiungono il 40% solo nei punti dove la vegetazione è più diradata.
Tra le specie erbacee per la loro frequenza e la loro significatività meritano di essere ricordate: Clinopodium vulgare ssp. arundanum, Eryngium tricuspidatum var. bocconei, Cyclamen hederfolium, Cyclamen repandum, Aspenium onopteris, Teucrium siculum e Luzulaforsteri.

Rimboschimenti di eucalitto

Si tratta di popolamenti monospecifici che si rinvengono nella parte orientale del territorio, alle quote più basse.
La specie impiegata è Eucalyptus camaldulensis, che nella patria di origine (Australia) si ritrova su suoli alluvionali in un contesto di savana. La sua buona adattabilità ai suoli fortemente argillosi e ai climi freschi, lo hanno reso idoneo per l'imboschimento dei terreni più difficili. Tuttavia in questo contesto non mostra gli accrescimenti che potenzialmente potrebbe esprimere.
Questa categoria è stata suddivisa in 3 tipologie secondo le rispettive classi di copertura, ma bisogna puntualizzare che i rimboschimenti appartenenti alla prima classe di copertura si differenziano dagli altri anche dal punto di vista strutturale. Mentre infatti le altre due tipologie sono costituite da fustaie, per lo più allo stadio di alta perticaia o giovane fustaia, questi sono costituiti da cedui semplici utilizzati pochi anni fa.
Dal punto di vista vegetazionale, tutte e tre le tipologie si presentano piuttosto omogenee, sia per quanto riguarda la componente arborea che quella arbustiva ed erbacea.
Nello strato arboreo, oltre all'eucalitto che è certamente predominante compaiono anche altre essenze introdotte artificialmente e più raramente anche alcune preesistenti all'impianto. Tra le prime sono state riscontrate il pino domestico (Pinus pinea) ed il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), tra le seconde si rinvengono pochi esemplari di leccio e di roverella s.l.
Lo strato arbustivo è costituito quasi sempre da specie che si rinvengono nelle formazioni naturali limitrofe, come Calicotome infesta, Asparagus acutifolius, Osyris alba, Euphorbia characias e Rosa sempervirens; la copertura non raggiunge mai valori superiori al 40%.
Lo strato erbaceo varia in relazione alla copertura ed alla densità arborea, ma comunque si mantiene sempre su valori piuttosto bassi.

Rimboschimenti di pino d'Aleppo

Tale tipologia interessa due aree nei pressi di Contrada Altesinella che presentano caratteristiche di omogeneità piuttosto evidenti.
Trattasi di rimboschimenti il cui impianto è stato realizzato agli inizi degli anni `60 a scopo produttivo. Il sesto più utilizzato è stato 2x3 m. o, in alcuni casi, anche 2x2 m.
Gli accrescimenti si possono ritenere discreti; la copertura invece sembra essere piuttosto variabile denotando una differenza di sviluppo delle piante, dovuta sia alla scalarità temporale dell'impianto che alla diversa fertilità delle stazioni. I valori medi di copertura riscontrati si aggirano intorno al 50-80%. Sovente è stata riscontrata una densità eccessiva del soprassuolo, che necessiterebbe urgentemente di tagli di diradamento.
L'altezza media delle piante oscilla dai 4 ai 7 m., mentre i diametri presentano una certa variabilità, ma sono mediamente riconducibili attorno ai 20-25 cm.
L'accrescimento delle piante è regolare, così come il portamento, ad eccezione delle piante più isolate o in prossimità degli affioramenti rocciosi, che assumono un aspetto più tozzo.
Sovente si riscontrano piante abbattute a causa del vento, ma nel complesso le condizioni fitosanitarie dei popolamenti possono definirsi buone.
Lo strato arbustivo presenta valori di copertura che possono raggiungere in alcuni casi anche il 20%. Le essenze che lo costituiscono sono tipiche delle formazioni naturali localizzate nelle adiacenze, come Calicotome infesta, Ruscus aculeatus ed Asparagus acutifolius. Sugli affioramenti rocciosi e nelle zone di margine si nota sovente la presenza di Artemisia arborescens, che indica condizioni di maggiore xerotermia.
Lo strato erbaceo, che sovente raggiunge un'altezza media di oltre 30 cm., è costituito da alcune graminacee, leguminose e composite spinose infestanti, come Carlina gummifera, Cynara cardunculus, Galactites tomentosa, Scolymusgrandifiorus, a cui si associano Asphodelus microcarpus ed Asprodeline lutea.
Nei luoghi dove la copertura arborea raggiunge valori elevati, lo strato arbustivo e quello erbaceo possono essere addirittura completamenti assenti.
In alcune zone, sotto la copertura del pino, è stata riscontrata un'abbondante rinnovazione di leccio e di roverella s.l., costituita da plantule dell'anno quantificate mediamente intorno a 600-700 per Ha. La totale assenza di plantule superiore ad un anno, però, testimonia la mancata affermazione della rinnovazione naturale di queste specie.

Rimboschimenti di pino domestico
Il pino domestico è stato utilizzato per rimboschire parte del versante di S.E. di Monte Altesina ed alcune radure presenti all'interno del lecceto.
All'interno del territorio indagato è stata rilevata un'unica area di modeste estensioni.
Il soprassuolo raggiunge valori di copertura variabili dal 40% al 70%, un'altezza media di circa 9 m. ed un diametro degli alberi che oscilla da 25 a 35 cm.
In alcune aree le piante hanno raggiunto lo stadio di giovane fustaia, risentendo di un'eccessiva densità per la mancanza di tagli colturali. Laddove invece i diradamenti sono stati effettuati le piante presentano un accrescimento regolare e mostrano la tipica chioma ad ombrello ben espansa e ricca di fruttificazioni.
Nello strato arboreo, sporadicamente e talora in piccoli gruppi, è possibile rinvenire esemplari di Quercus ilei, Quercus virgiliana e Quercus dalechampii.
In alcune zone è stata osservata la rinnovazione naturale del pino domestico, insieme a quella del leccio e delle querce caducifoglie.
Questi popolamenti sono caratterizzati dalla quasi totale assenza di elementi arbustivi e da bassi livelli di copertura dello strato erbaceo (<20%).

Formazioni miste
In questa categoria sono state incluse due tipologie differenziate in base alla classe di copertura, ma che sono accomunate, al loro interno, da una notevole variabilità distributiva delle varie specie forestali che le costituiscono.
Le specie arboree che si riscontrano sono di origine sia naturale che artificiale e sono costituite principalmente da: Quercus virgiliana, Quercus ilex, Quercus dalechampii, Pinus pinea, Pinus nigra, ed Eucalyptus camaldulensis. Lo strato arbustivo è costituito dalle specie frequentemente riscontrabili nelle altre tipologie, ma tra queste principalmente Pyrus amygdaliformis spicca per la frequenza e per le notevoli dimensioni che raggiungono alcuni esemplari. Altra specie piuttosto frequente nello strato alto e basso arbustivo è Crataegus monogyna.
Lo strato erbaceo si presenta piuttosto ricco di specie, ma con valori di copertura variabili in relazione alla copertura dello strato arboreo e di quello arbustivo.

Rimboschimenti giovani di pini, leccio e roverella
Tale denominazione indica una tipologia localizzata nella parte nordoccidentale del territorio che ricopre una fascia lineare di larghezza pressappoco di 100 m. ed una lunghezza di circa 800 m. Trattasi di giovani popolamenti impiantati circa 7-8 anni fa con un sesto regolare mediamente di 3x3 metri. Attualmente le piante mostrano fallanze del 10-15%, con punte del 25-30% in corrispondenza delle zone più esposte e dove le condizioni edafiche non permettono uno sviluppo normale dell'apparato radicale.
Le piante si trovano, quindi, nello stadio di novelleto ed hanno raggiunto un'altezza media di circa 50-60 cm.
Le specie riscontrate sono: Pinus pinea, Pinus halepensis, Quercus ilei e varie entità del ciclo della roverella ancora non ben definibili per la mancanza di manifesti caratteri morfologici, vista la giovane età.

Formazioni arbustive di macchia
E' caratterizzata dalla totale mancanza dello strato arboreo.
Tale tipologia riveste una certa importanza nell'ambito della nostra indagine, sia per la sua notevole estensione che per la presenza di numerose entità vegetali.
Per il rilevamento dei dati si è adottata una metodologia diversa da quella utilizzata per le formazioni boschive. Infatti, il conteggio degli esemplari poco si presta al censimento di questo tipo di formazione. Pertanto nelle aree di saggio (sempre di 600 mq.) si è proceduto al campionamento delle varie specie, ma la loro abbondanza e frequenza è stata espressa come copertura - percentuale e stimata ad occhio - esercitata sulla superficie dell'area stessa. Dalla media dei dati ricavati con tre aree di saggio emerge perciò quanto segue:

Specie Copertura (%)
Calicotome infesta
Pyrus amygdalifomis 
Crataegus monogyna 
Rubus ulmifolius 
Asparagus acutifolius 
Cistus creticus
Euphorbia characias
Ruscus aculeatus
Olea europaea var. sylvetris
35-40
10-15
5-10
30-35
5-150
10-1S
5-10
15-20
<5
Va ricordato che all'interno del territorio sono presenti anche altre specie arboree che per motivi di estrema sporadicità non sono state incluse nelle aree di saggio Tra queste meritano di essere ricordati: Cupressus sempervirens, di origine artificiale, Populus nigra, Populus alba e Ulmus campestris che sono invece di origine naturale e sono rilegate principalmente in piccole colonie lungo gli impluvi.

 

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