Antiche le origini del nome. Ne parla Strabone nel 45 a.C. indicandola col nome di Maschàle. Per alcuni storici l'antica Mascari sarebbe la continuazione di Etna, fondata da Gerone dopo la distruzione di Catania; per altri storici Mascari era il nome di alcuni popoli che si erano stabiliti a sud del territorio orientale del vulcano. Altri ancora sostengono che Mascali derivi dal greco Mascalis che significa "dei rami", cioè boscoso. La contea di Mascali fino alla metà del XVIII secolo è stata proprietà dei vescovi di Catania. Sotto il Principe di Capua, a partire dal XVII secolo, è divenuta un centro di interesse economico. Le concessioni delle terre furono avviate dai vescovi Massimo e Bonadies. Il paese conobbe un notevole sviluppo e la prevalente massa di reddito prodotta scaturiva dall'agricoltura. La terra era in gran parte coltivabile ed il terreno ritenuto come uno dei più fertili della Sicilia grazie anche alla presenza di numerosissime sorgive. Il prestigio che andò assumendo pian piano era legato alla potenza dell'amministratore Real contea, che disponeva della più ampia autorità in tutto il territorio. Mascali è stato più volte danneggiato da colate laviche, ultima quella del 1929 che lo distrusse quasi totalmente.
Economia:
Prodotti agricoli: agrumi (limoni in particolare), uva, cereali, mandorle. Industrie ed Imprese: cartiere, molini, pastifici, piccole industrie metalmeccaniche, fabbriche di materiali da costruzione.
Beni monumentali:
Moderna è la grandiosa Matrice, a cupola, di forme classicheggianti. Nell'abitato vi è inoltre una chiesetta di rustiche forme settecentesche.
Mascali oggi:
Oggi è un centro di villeggiatura estiva, ha una sviluppata coltivazione agrumicola e viticola e vi operano piccole industrie operanti nei settori cartieri, molinitori e dei materiali da costruzione.
Biblioteche e Musei:
Biblioteca comunale.
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